Sparger quest' ampie sfere al centro intorno E di spirti sublimi ornar il cielo ; Temprar degli elementi il vario zelo E'l mondo far con la lor guerra adorno; Dar la luna alla notte, il sole al giorno, Stender nell' aria delle nubi il velo; Frenar i venti, e far ch'or caldo or gielo Doni alla terra della copia il corno : Dar corso a fiumi in questa e 'n quella parte; Ornar l'uom d' intelletto e di parole; Dar vita, senso, e moto agli animali ; Delle tue man son opre altere e sole,
Signor, onde a noi ciechi egri mortali Mostri il tuo sommo amor la forza e l'arte. G. FIAMMA.
DIO PRINCIPIO MEZZO E FINE DI TUTTE LE COSE.
Teco è il Principio, e Tu il Principio sei Primo ed Eterno onde ogni ben dipende ; Tu il gran Padre de' Lumi onde discende Di raggio in guisa ciò che formi e crei. Tu sei l'ultima meta, e il cammin prende Verso di Te, quanto di Te sol bei; E quasi fiamma alla sua sfera ascende Da questi abissi tenebrosi e rei.
E poichè a Te, senza di Te non sale
Cosa creata, e il suo sentier non vede; Tu sei la via, Tu le dai moto ed ale,
O sommo ben, da Te ogni ben procede, Qual dall' ampio Oceàn fiume reale Vien dal mar, muove al mar, in mar sen riede.
Qual Madre i figli con pietoso affetto
Mira, e d'amor si strugge a lor davante,
E un bacia in fronte, ed un si stringe al petto, Uno tien sui ginocchi, un su le piante; E mentre agli atti, ai gemiti, all'aspetto, Lor voglie intende sì diverse e tante,
A questi un guardo, a quei dispensa un detto, E se ride, o si adira è sempre amante;
per noi Provvidenza alta infinita
Veglia, e questi conforta, e quei provvede, E tutti ascolta, e porge a tutti aita;
E se niega talor grazia, o mercede,
O niega sol perchè a pregar ne invita,
O negar finge, e nel negar concede.
IL RAVVEDIMENTO.
Dal Pellegrin, che torna al suo soggiorno, E con lo stanco piè posa ogni cura, Ridir si fanno i fidi Amici intorno Dell' aspre vie la più lontana, e dura. Dal mio Cor, che a se stesso or fa ritorno, Così dimando anch' io la ria ventura, In cui fallaci il raggiraro un giorno Nella men saggia età Speme, e Paura.
In vece di risposta egli sospira,
E stassi ripensando al suo periglio,
Qual chi campò dall' onda, e all' onda mira: Pur col pensier del sostenuto esiglio
Ristringo il freno all' Appetito, e all' Ira. Che 'l prò de 'mali è migliorar consiglio.
Scorn not the Sonnet; Critic, you have frown'd, Mindless of its just honours; with this key Shakspeare unlock'd his heart; the melody Of this small lute gave ease to Petrarch's wound; A thousand times this pipe did Tasso sound; With it Camoëns soothed an exile's grief; The Sonnet glitter'd a gay myrtle leaf Amid the cypress with which Dante crown'd His visionary brow; a glow-worm lamp,
It cheer'd mild Spenser, call'd from Faery-land
To struggle through dark ways; and, when a damp
Fell round the path of Milton, in his hand
The Thing became a trumpet; whence he blew Soul-animating strains-alas, too few!
« ПредыдущаяПродолжить » |